OFFICINE TEATRALI - TEATRO JOLLY - SALA DEL SUFFRAGIO

Imparando a Sognare

con Dario Criserà, regia Cristiano Falaschi

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L'uomo dei sogni - Imparando a sognare

L

Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno, nel tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo, e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.
Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.

Gianni Rodari

Cosa succede quando una storia finisce? Cosa pensa un personaggio quando non è dentro la storia? E siamo sicuri che “la storia” sia proprio come ce la raccontano? La risposta a queste domande, e a molte altre, nello spettacolo “Imparando a sognare”. Parliamo di fiabe, delle storie di quelli che nelle fiabe ci sono per fare la parte dei cattivi, o per fare la parte che nessuno vuole o di quelli che proprio non ci sono, perché troppo scomodi. In un mondo di regole immutabili, scoprirete che invece tutto è movimento, è continuo fluire, che non tutto è sempre solo Bene o solo Male, ma c’è spazio anche per la contraddizione e per il disordine.


LA RECENSIONE
“Imparando a sognare” è uno spettacolo che, apparentemente, si prende gioco delle fiabe e del loro significato ma, in realtà ne rispetta il valore, soprattutto il valore che le fiabe hanno per i bambini ed anche per i ragazzi più grandi. Lo spettacolo, infatti, si presta bene, con le chiavi di lettura tipiche di ogni età, ad essere accolto favorevolmente ed a lasciare spunti di riflessione a diversi tipi di pubblico, adulti compresi. E’ il caso di Azzurro, in arte Principe Azzurro, che a fatica riesce a districarsi nelle sue tre relazioni (Cenerentola, Biancaneve, Bella Addormentata) o dell’ottavo nano, quello che è stato escluso dalla favola perché scomodo (non a caso si chiama Polemico) o dello sceriffo di Nottingham costretto in un ruolo che non voleva e che non vuole. Il ritmo è incalzante, la narrazione intensa e tiene desta la tensione e l’attenzione, l’uso essenziale degli spazi e degli scarni elementi scenici contribuisce a tenere serrata la narrazione. Si può davvero imparare a sognare? Secondo Eclissidilana sì, a patto di saper vedere nel legno del tavolino, nel bicchiere e nella rosa la favola che vi sta dentro. Ma il bello è che per chi assiste allo spettacolo si avvera la stessa magia.

Il Dirigente Scolastico Maurizio Lazzarini.



 

Uomo Chi l’avrebbe mai detto che dentro questo buffo cappello si nascondesse una storia così… in effetti è la cosa più bella trovare una storia che non ti aspetti. Rolando mi ha fatto scoprire cose incredibili… Eh peccato non poterlo lasciare libero più spesso, ma devo stare attento perché il Sarchiapone non solo trova le storie nascoste ma aggredisce anche quelle noiose… per questo lo lascio uscire solo la notte, quando la gente dorme, le televisioni sono spente e le strade vuote… non che sia pericoloso, però si possono creare delle situazioni imbarazzanti, in certe sere infatti Rolando è come una calamita per le storie e per i personaggi strani, l’atra notte, per esempio, stavamo passeggiando quando improvvisamente davanti a noi è apparsa una ragazza bellissima…

Riferimenti

Alessandro Bergonzoni (2006) “Puccetto Sordo” da “C’era una volta un Re… ma morì”, Einaudi
Stefano Bordiglioni (2005) “La congiura dei cappuccetti”, Einaudi Ragazzi
Roberto Denti (1999), “Chi ha paura di chi?” Mondadori
E’ stato di ispirazione il celebre sketch del “Sarchiapone” di Walter Chiari

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3 commenti

  1. laura liverani classe 4 don luciano sarti

    ciao DARIO ho visto il tuo spettacolo questa
    mattina al CASSERO, sei il mio mito!!!!!!.
    LAURA

  2. Dario Criserà

    Grazie Laura! Spero verrai a vedere anche i prossimi spettacoli! Un abbraccio a te e i tuoi compagni di classe! Siete stati un bellissimo pubblico! Dario

  3. alice giulia lanconelli

    veramente uno spettacolo fantastico!!
    “piu fico di un fuco fico”!

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